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Prima che venisse scoperta la sua capacità di attenuare i livelli di cortisolo, la fosfatidilserina era già famosa per avere buoni effetti sulle facoltà mnemoniche e cognitive. Non a caso, la PS è molto più abbondante nel cervello che in qualunque altra parte del corpo, specialmente nelle membrane cellulari dei neuroni. A questo livello la PS mantiene l’ottimale permeabilità cellulare necessaria per l’entrata delle sostanze nutritive e la relativa espulsione dei materiali di rifiuto. Permette una più efficace comunicazione tra i neuroni facilitando la conduzione degli impulsi nervosi. Questo potrebbe tradursi in un sistema neuro-muscolare più efficace.
Sono diversi gli studi che confermano la virtù della fosfatidilserina sul ripristino delle capacità mnemoniche dovute all’invecchiamento, ma è anche capace di aumentare comunque le capacità mentali anche nei soggetti normali.
 
Altri studi hanno dimostrato che la PS induce uno stato di rilassamento, di calma; senza contare che questo integratore riesce a migliorare i sintomi della depressione. Ma, come detto, questa sostanza è venuta alla ribalta nel mondo sportivo grazie alla sua capacità di contrastare il cortisolo.
 
Studi hanno provato che la PS:
– RIDUCE LA SENSAZIONE DI FATICA
– MANTIENE ELEVATI I LIVELLI DI TESTOSTERONE DURANTE L’ALLENAMENTO
– RIDUCE IL CORTISOLO NEL SANGUE DEL 20%
 
L’unico dubbio riguardo all’uso della PS, nasce dal fatto che il controllo del cortisolo è positivo per l’allenamento, ma essendo anche una potente sostanza antiinfiammatoria, il suo artificiale abbassamento, potrebbe aumentare la probabilità di patologie muscolo – scheletriche. L’uso della PS solo quando si ci si allena, permette al cortisolo negli altri giorni di non assunzione, di svolgere le sue regolari e fondamentali funzioni.
 
Come integratore la PS è sintetizzata a partire dalla lecitina di soia.
 
Nicola Camera