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Osmolarità: la parole che fa la grande differenza.
 
È la concentrazione delle molecole osmoticamente attive in una soluzione. Le bibite idrosaline possono essere ipotoniche (concentrazioni più basse rispetto a quelle organiche), isotoniche (concentraz. uguali), ipertoniche (più alte). Nel plasma l’osmolarità indica il numero di particelle osmoticamente attive presenti in esso.
Essere osmoticamente attivo vuol dire essere in grado di richiamare acqua, quindi più il plasma è osmolare e più acqua richiamerà e riuscirà a trattenere.
Se invece il plasma è poco osmolare (perchè per esempio ha perso molte proteine, che sono osmoticamente attive) riuscirà a stento a trattenere i liquidi, che usciranno dai vasi per riversarsi all’esterno.
 
A titolo esemplificativo, guardiamo la pancia di alcuni bambini del terzo mondo: il bambino è denutrito, non mangia proteine e il suo sangue ne è povero, avrà quindi una bassissima osmolarità e moltissimo liquido tenderà ad uscire dai vasi ed accumularsi, ad esempio, nella pancia.
In definitiva le proteine servono anche per una questione osmolare e i sali che usi devono idratare e trasportare.
Quando sento parlare di diuresi forzata, 8 litri di acqua pre contest, inorridisco… perché non immaginate lo stress a cui sottoponete gli organi emuntori.
Ne discutevo con un grande tecnico del settore… prima di cimentarvi in queste manipolazione meglio rivedere i concetti di soluto e solvente e soprattutto quello di “osmolarita’”, altrimenti state a casa anziché rischiare la vita dei vostri atleti.
 
Nicola Camera