Cos’è e Come si Esegue

In cosa consiste la tecnica delle ripetizioni cumulative?

📌Le ripetizioni cumulative sono basate sullo stesso principio del Rest-Pause.
Uno dei “possibili” modi (forse quello classico) di applicare tale tecnica è il seguente:
  • caricare l’attrezzo con il 75% del massimale (in pratica è il carico che, tirando al limite, ci dovrebbe consentire di eseguire 8-9 ripetizioni)
  • eseguire con questo carico una sola ripetizione e riposare per circa 10 secondi;
  • eseguire sempre con lo stesso carico due ripetizioni e riposare per circa 10 secondi;
  • eseguire sempre con lo stesso carico tre ripetizioni e riposare per circa 10 secondi;
  • eseguire sempre con lo stesso carico quattro ripetizioni e riposare per circa 10 secondi;
📌In pratica, occorre continuare ad aumentare ogni volta di una unità le ripetizioni da eseguire e la serie finisce quando ciò non è più possibile. Se, ad esempio, riusciamo ad eseguire con successo 6 cicli e falliamo il settimo ciclo dove siamo stati in grado di completare soltanto 4 ripetizioni (e non le 7 previste), alla fine – grazie agli intervalli di riposo da 10 secondi – avremo effettuato ben 25 ripetizioni con un peso che in una serie tradizionale , ci avrebbe consentito non più di 9 ripetizioni. Ebbene , a quanto pare, uno dei modi più  appropriati per aumentare le dimensioni dei muscoli è quello di esaurire il pool di fosfati , e di farlo principalmente a carico delle fibre bianche che sono quelle più facilmente ipertrofizzabili.
📌Per fare ciò è necessario utilizzare un carico consistente (65-85% del massimale) e allo stesso tempo eseguire un buon numero di ripetizioni (circa 12-15). Tutto questo, con le serie eseguite in maniera tradizionale, non è molto semplice (se non, addirittura impossibile) da ottenersi, in quanto l’accumulo dell’acido lattico provocherebbe il blocco della contrazione muscolare prima di indurre l’esaurimento cellulare prima citato.
📌Grazie alle pause di 10 secondi, questa tecnica sembra ideata appositamente per aggirare (o, quantomeno, ritardare) il limite del blocco della contrazione causato dell’acido lattico; inoltre, consente di utilizzare carichi abbastanza consistenti da attivare le unità motorie rapide.