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Essere “sovrallenati”.
 
Capita molto spesso che l’atleta amatore, creda che “più ci si allena, più si migliora”. In realtà se si insiste ad allenarsi in una condizione di mancato recupero, la curva nel lungo periodo della nostra prestazione, andrà ad inesorabilmente a calare.
 
Dividiamo il sovrallenamento a dominanza simpatica, con incremento dell’attività simpatica a riposo ed incremento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.
 
Si osserva negli atleti che praticano forza e velocità. A dominanza parasimpatica, con incremento dell’attività parasimpatica e una forte inibizione del sistema simpatico a riposo, con diminuzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Questa manifestazione riguarda principalmente l’esaurimento globale del sistema nervoso vegetativo.
È tipico dei soggetti che praticano endurance e resistenza.
 
Un atleta è sovrallenato quando vi sono alterazioni metaboliche, immunologiche, endocrine come una notevole diminuzione (50%) dell’escrezione notturna urinaria delle catecolamine.
 
La stanchezza non è indice di sovrallenamento, idem la spossatezza e la mancanza di voglia.
 
Nicola Camera